"Una scarpa che ha viaggiato e visto molto, una vecchia giacca su una scala, delicati mazzi di fiori vibranti di energia e nudi che si fanno roccia e terra ... le opere esprimono l'eclettismo dell'artista ... sembrano essere accumunate da uno scopo preciso: presentare il soggetto non per la sua realtà fisica, ma perchè l'osservatore ne colga l'essenza, il messaggio, il significato vero e nascosto. ... Ogni creazione "è in genere" accompagnata da poche righe, scritte direttamente sull'opera o vergate a lato, che non danno risposte ma suscitano domande, così che ogni produzione si trasforma in un moderno koan, rompicapo zen, apparentemente privo di senso ma capace di bloccare il processo del pensiero razionale, aprendo le vie dell'intuizione ..."
GEMMA BAVA
MASCHERA DELL'UMANITA'
(...) la natura, le pietre millenarie, le stilizzate figure raccontano il cammino dell'umanità e, soprattutto, son i momenti di un'esperienza che ha coinvolto Maria Adelaide Scavino in una storia di interiore comunicazione, di mistero, di magia. Formatasi al Corso Libero di Nudo all'Accademia Albertina delle Belle Arti, allieva di Franco Fanelli ed Ermanno Barovero, ha affidato agli scatti fotografici e alle tavole di un'intensa figurazione la volontà di trasmettere la propria visione della realtà con volti espressionistici, a tratti grotteschi, vibranti e permeati da un colore pulsante e vivace. E queste maschere e coppie di personaggi, delineate con pennelli acrilici, costituiscono una delle frasi del lavoro della Scavino e di quel suo essere artista poliedrica e sempre attenta a fissare tutto ciò che l'attrae e l'affascina. Le forme, in sintesi, sono "frantumate e ricomposte ... creando, in un insieme parlante, un neo-cubismo contemporaneo...". Insieme ai dipinti e alla grafica, propone una serie di installazioni con oggetti che appartengono alla storia delle famiglie come una scarpa, una borsa da lavoro, una giacca appartenuta e indossata da un antenato. Colorati, e quindi trasformati in altro, e ricchi di memorie, gli oggetti raccontano la propria storia, le vicende vissute, il cammino di chi li indossa.
R. CURIONE
IL NEO-CUBISMO CONTEMPORANEO DELLA SCAVINO
Il neocubismo contemporaneo rappresenta il fil rouge che lega le opere di Maria Adelaide Scavino esposte nello Studio Laboratorio di Anna Virando (...)
Originaria di Santo Stefano Belbo, l'artista si è formata al corso Libero del Nudo dell'Accademia di Belle Arti di Torino, allieva di Franco Fanelli e Ermanno Barovero. Interessata inizialmente alla fotografia, ha collaborato con Roberto Blasich alla realizzazione del volume "I luoghi Pavesiani" (1980), partecipando anche ad esposizioni fotografiche nel decennio dall'Ottanta al Novanta, cogliendo con l'obiettivo fotografico immagini sui temi della Donna di Langa, dei comignoli, degli spaventapasseri e degli oggetti della memoria. In particolare questi risultano fondamentali nell'opera della pittrice, sono loro a "parlare" e lei a dar loro quella voce che non riescono materialmente ad esprimere. Dapprima agli scatti fotografici, poi alle tavole di un'intensa figurazione la Scavino affida la volontà di trasmettere la propria visione della realtà, dipingendo volti espressionistici, a tratti grotteschi, sempre vibranti e permeati da un colore molto vivace.
Una scarpa che ha viaggiato e visto molto, presente in mostra sotto il titolo di "Scarpa parlante", una giacca vecchia, (...) in cima ad una scala su cui è scritto "Per salire in alto ci vuole una scala o un obiettivo?", una valigetta che ha seguito l'artista durante i suoi anni di insegnamento, su cui ha raffigurato i volti astratti dei colleghi, delicati mazzi di fiori vibranti di energie e nudi capaci di trasformarsi in roccia eterna. Queste le opere cui l'artista di Langa esprime tutto il suo eclettismo. Sono tutte accomunate da uno scopo preciso, quello di presentare il soggetto non nella sua precisa realtà fisica, ma in modo tale che l'osservatore possa coglierne l'essenza, il messaggio e il significato in lui nascosti. Per questo ogni creazione rappresenta un vero e proprio "genere" , molto spesso accompagnato da poche righe scritte direttamente sull'opera , talvolta vergate a lato, che suscitano nuovi interrogativi. Si tratta di frasi capaci di trasformare la stessa opera d'arte in una sorta di rompicapo zen, apparentemente privo di senso, ma in grado, invece, di trasformare il processo del pensiero razionale in un percorso intuitivo. Molto forte è l'attenzione della Scavino per l'umanità, colta in svariate forme, "frantumate e ricomposte, trattate a colori vivaci, a volte con campiture sfumate, a volte perfettamente piatte, creando in un insieme parlante un neo-cubismo contemporaneo". Delle persone l'artista coglie gli aspetti più salienti, talora un naso adunco o un tratto del viso pronunciato, e su di essi lavora con istintiva intuizione, quasi a voler provocare reazioni che rimangono, comunque, nascoste dietro colori vivavi e rapidi. I lavori risultano, così, di immediato impatto visivo e di sicuro effetto artistico. Le tele e i supporti lignei dipinti in acrilico, rappresentano l'ultima parte della sua creazione, dove vengono colti i visi di chiunque viva intorno all'artista, nella piazza del mercato di Vigone, dove attualmente risiede, nell'ospedale dove ha fatto visita ad un'amica. Insieme ai dipinti e alla grafica la pittrice propone installazioni con oggetti appartenenti alla storia delle famiglie da lei conosciute, cui presto si dovrebbe aggiungere la "Bicicletta di nonno Tromlin"; l'artista avverte il continuo colloquio con queste opere, come fece Kerouac nel romanzo "on the road", e colma le attese che questi colloqui generano, dando vita ad occhi grandi ed enigmatici, come nelle forme fluttuanti e nelle maschere antropomorfe di vetro-fusioni, lastre annerite in forni ad alte temperature, in cui il vetro assume suggestive colorazioni, utilizzando particolari pigmenti che suggeriscono spazialità inesplorate.
MARIA MARTELLOTTA
LA MASCHERA DELL'UMANITA'
... La natura, le pietre millenarie, le stilizzate figure raccontano il cammino dell'umanità e, soprattutto, son i momenti di un'esperienza che ha coinvolto Maria Adelaide Scavino in una sorta di interiore comunicazione, di mistero, di magia, Formatasi al corso Libero del Nudo (...) ha affidato agli scatti fotografici e alle tavole di un'intensa figurazione la volontà di trasmettere la propria visione della realtà con volti espressionistici, a tratti grotteschi, vibranti e permeati da un colore pulsante e vivace. E queste maschere e coppie di personaggi, delineate con pennelli acrilici, costituiscono una delle frasi del lavoro della Scavino e di quel suo essere artista poliedrica e sempre attenta a fissare tutto ciò che l'attrae e l'affascina. Le forme, in sintesi, sono "frantumate e ricomposte ... creando, in un insieme parlante, un neo-cubismo contemporaneo...". Insieme ai dipinti e alla grafica, propone una serie di installazioni con oggetti che appartengono alla storia delle famiglie come una scarpa, una borsa da lavoro, una giacca appartenuta e indossata da un antenato. Colorati, e quindi trasformati in altro, e ricchi di memorie, gli oggetti raccontano la propria storia, le vicende vissute, il cammino di chi li indossava. L'artista avverte il loro continuo colloquio, scopre il suono del vento e all'alba, individua i segnali ed i somboli di un'esistenza profondamente vera, ma pronta a mutare, a percorrere nuovi sentieri e occasioni e territori (come non pensare a "On the Road" di Jack Kerouac a ai versi di Allen Ginsberg o alle poesie orali di Lowrence Ferlinghetti), a colmare attese e incomprensioni con la sperimentazione di nudi femminili, di grandi ed enigmatici occhi, di labbra che caratterizzano le "maschere", le composizioni, le strutture geometriche ...
ANGELO MISTRANGELO
NUDI, VOLTI DIPINTI E MASCHERE ALLA RICERCA DELLA PROPRIA STORIA
Artista piemontese, nata a Santo Stefano Belbo, è stata allieva di Fabio Fanelli ed Ermanno Barovero. Avvanto alla foto , ha sviluppato i suoi interessi artistici con sltri media: grafica, pittura, incisioni, ceramiche, sculture-oggetto. L'artista espone alcuni dei suoi ultimi lavori, dalle foto ai dipinti a una serie di installazioni, che ci raccontano il passato dell'uomo.
"La maschera dell'umanità" è un percorso alla ricerca della propria storia, del nostro bagaglio di esperienze. La Scavino è un'artista poliedrica e trasmette la sua curiosità nei nudi femminili, in volti dipinti con colori vivaci, nelle maschere le cui forme sono frantumate e ricomposte e che, come scrive Mistrangelo nella presentazione del catalogo, creano un neo-cubismo contemporaneo, a fissare la visione che l'artista ha della realtà.
su LA STAMPA
"... lartista espone alcuni dei suoi ultimi lavori, dalle foto ai dipinti a una serie di installazioni che ci raccontano il passato dell'uomo. (...) le scarpe, le giacche, gli oggetti appartenenti alla storia delle famiglie, rispolvera memorie degli antenati trasformandole in altro, in opere d'arte che ci fanno ripercorrere attese e incomprensioni, gioie e dolori della nostra esistenza.
GLORIA BARTOLI
su IL CORRIERE DELL'ARTE
"......delle persone l'artista coglie gli aspetti piu' salienti...e su di essi lavora con istintiva intuizione,quasi a voler provocare reazioni che rimangono, comunque, nascoste dietro a colori rapidi e vivaci. I lavori risultano, cosi', di immediato impatto visivo e di sicuro effetto artistico."
MARTA MARTELLOTTA
“L’Eclettica disponibilita’ creativa di Maria Adelaide Scavino si traduce in diverse forme espressive che ne testimoniano la sensibilita’ e la versatile personalita’ artistica. Per quanto riguarda l’aspetto tradizionalmente pittorico l’autrice ha assunto,quale veicolo semantico del suo sentire,una personale schematizzazione di maschere,che divengono presenze vive nell’ambito della composizione. …..La suggestione cromatica del suo lavoro si racconta anche nelle vetrofusioni……con visi e maschere riassunti tridimensionalmente, accattivanti nell’alchemica trasparenza delle superfici….”
CLIZIA ORLANDO
“Ci sono oggetti che si reincarnano dopo una vita di lavoro: borse,scarpe, biciclette…. Portano dentro di se’ il loro carico di esperienze , di storie, di sensazioni espresse ed inespresse. L’artista, come una moderna Cupido, commina loro intimi incontri con le maschere, a loro volta portatrici di messaggi a volte sussurrati, altre volte urlati. Rinascono cosi’ a nuova vita. Le esperienze presenti e passate si fondono, si affacciano ad una nuova realtà’,trascinano chi osserva in una dimensione nuova: offrono una chiave per coniugare il proprio passato con il presente.
DANILO FELIZIA
Hanno scritto recentemente anche :
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SCAVINO ARTE